La Biblioteca multiculturale per un mondo in classe

II Circolo Didattico – Pontecagnano

Maria Rosaria Cimino

 

 Nell’anno scolastico 1994-95 il Collegio dei Docenti della Scuola Elementare di Pontecagnano ha presentato alla Regione Campania una richiesta di contributo per la realizzazione di uno scaffale multiculturale. Ottenuto un primo esiguo finanziamento, sono stati acquistati gli arredi indispensabili ed alcuni testi e, una volta organizzato lo spazio lettura e verificata la validità didattico/formativa dell’esperienza, si è cominciato a fantasticare sulla possibilità di creare una vera e propria biblioteca con un settore multietnico specializzato.
 Per ampliare ed arricchire il patrimonio librario e multimediale a disposizione della scuola abbiamo utilizzato buona parte delle risorse reperibili con la sperimentazione dell’autonomia scolastica e la disponibilità dell’Ente Locale a collaborare anche economicamente al nostro progetto.
In un lasso di tempo relativamente breve, ciò che prima era solo uno spazio-aula resosi vacante per il decremento demografico, è divenuto un luogo fisico e mentale intenzionalmente strutturato per accogliere, riconoscere e valorizzare le culture altre, un luogo dove l’invito alla lettura implica un percorso di condivisione e scambio fra vissuti, esperienze e percorsi di vita.
Sulla scorta dell’impegno personale posto in essere per l’attuazione di questo progetto e delle difficoltà ed ostacoli incontrati, cercherò di esplicitare cosa è e come si può realizzare una biblioteca interculturale in un contesto educativo, come si è concretizzato nel nostro progetto e di segnalare alcuni materiali utili per creare anche un piccolo scaffale multiculturale.
Nell’anno scolastico 1990-91 gli alunni stranieri che frequentavano le scuole italiane erano meno di 20.000, oggi se ne possono contare circa 150.000 appartenenti a 184 cittadinanze differenti; tale significativo accrescimento ha obbligato il mondo dell’istruzione ad interrogarsi sui cambiamenti e le trasformazioni che, direttamente o indirettamente, un fenomeno sociale di questa portata comporta.
Per tutti, individui ed Istituzioni, l’immigrazione è una sfida che impone una serie di revisioni: dal nostro modo di rapportarci agli altri, alla nostra maniera di incontrarli e di dialogare con loro (o di non dialogare), al modo di rappresentarli e di saper trasformare specificità e differenza da problema in risorsa.
Il tema del multiculturalismo ha quindi coinvolto il pianeta scuola sia a livello legislativo che formativo e, contemporaneamente, sono cresciuti attenzione e investimenti per le biblioteche scolastiche. Tale sincronia ha dato il via quasi naturalmente ad una progettualità integrata, tesa ad utilizzare la biblioteca come punto di riferimento per stimolare la conoscenza di diverse culture, della loro complessità e molteplicità rafforzando i sentimenti di rispetto e condivisione interetnica.
In modo esplicito la Legge n. 40 del 6 marzo 1998 “Disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero” invita la comunità scolastica ad accogliere le differenze linguistiche e culturali come valore da porre a fondamento del rispetto reciproco, dello scambio tra culture e della tolleranza, promovendo iniziative volte alla realizzazione di attività interculturali.
Le sollecitazioni normative e l’impegno progettuale autonomo delle scuole hanno fatto nascere in molte realtà, con modalità, mezzi e potenzialità diversificate, biblioteche o scaffali multiculturali.
Le esperienze che si succedono in Italia e all’estero ci consentono di individuare due tipologie principali di tale biblioteca:
Ø      lo scaffale multiculturale
Ø      la biblioteca multiculturale specializzata
Il primo si configura come un piccolo spazio, un angolo di lettura o addirittura un contenitore (valigia, baule, cesta) in cui è possibile trovare materiali interculturali, uso il termine materiali perché spesso insieme ai libri lo scaffale contiene anche degli oggetti provenienti da altri paesi che, suscitando curiosità e domande negli alunni, facilitano l’attivarsi di percorsi di ricerca. Tale scaffale può essere allestito autonomamente o essere inserito all’interno di una biblioteca più ampia anche senza una caratterizzazione specifica.
Un esempio può esserci fornito dalla Biblioteca “A. Bettini” di Cesena, dove sono stati predisposti dei percorsi di lettura intorno ad un nucleo di 430 testi sul tema dell’incontro fra culture e popoli diversi. La biblioteca di Cesena e le altre che hanno collaborato alla realizzazione dell’iniziativa sostengono di aver scelto tale modalità organizzativa “per offrire ai loro giovani lettori e a quanti coltivano l’inguaribile passione per la lettura, non uno scaffale multietnico costruito secondo ineccepibili regole, e neppure un aggiornato elenco di libri che si debbono leggere, ma stimolanti e trasversali percorsi che passano attraverso letterature e storie di ogni genere”[
La biblioteca multiculturale specializzata, come si intuisce dalla stessa definizione, contiene esclusivamente materiali attinenti il multiculturalismo: libri in lingua originale, testi bilingui e sussidi multimediali. Ve ne sono alcune dedicate ad una sola cultura o area geografica (Biblioteca dei ragazzi dell’Istituto del Mondo Arabo di Parigi) ed altre più ampie.
Un esempio significativo è costituito dalla Biblioteca per ragazzi Globivres di Losanna in Svizzera, sorta 12 anni fa grazie all’impegno di un gruppo di persone di culture diverse e d’insegnanti svizzeri costituitisi in Associazione, attualmente dispone di 16.000 volumi in circa 180 lingue differenti.
In riferimento ai materiali specifici che identificano uno scaffale o una biblioteca multiculturale, Ongini e Fabri concordano nell’individuare:
Ø      libri di divulgazione sui paesi di origine degli immigrati
Ø      libri di narrativa e divulgazione in lingua originale
Ø      libri bilingui
Ø      libri plurilingue
Ø      libri indirettamente multiculturali
Ø      materiali multimediali, cassette musicali, giochi e mostre
Ø      storie di immigrazione e di emigrazione
Ø      strumenti e sussidi finalizzati all’alfabetizzazione linguistica.
 E’ evidente che se pensiamo ad una biblioteca scolastica principalmente rivolta ad una fascia d’utenza compresa fra i 6 e i 10 anni il settore più consistente sarà rappresentato dalla narrativa e, in particolare, dal suggestivo mondo delle fiabe.
Infatti, come ben rileva Demetrio “…le fiabe ci rimandano le innumerevoli analogie e somiglianze tra contesti, luoghi, ambienti tra loro anche molto distanti (…). Pur nell’estrema varietà e ricchezza di linguaggi, situazioni e ambienti, accadimenti che caratterizzano le fiabe di tutti i paesi, l’immaginario collettivo riconduce ogni volta alle scoperte essenziali sulla condizione umana, la vita e la morte, l’amicizia, l’amore, la paura e i desideri.
L’immaginario ha dunque il potere di congiungere trasversalmente popoli e culture e nello stesso tempo di raccontare la loro specificità”.
 

Un’esperienza: la scuola elementare di Pontecagnano

 
 Organizzazione e archiviazione dei testi
La Biblioteca multiculturale di Pontecagnano è nata da un bisogno semplice; introdurre i temi della mondialità e del multiculturalismo non solo nella scuola ma anche nel territorio circostante. Questo bisogno è stato stimolato dalla partecipazione ad un corso di formazione in Educazione alla Pace tenuto nel nostro Istituto dal Dott. Daniele Novara, Direttore del Centro Psicopedagogico per la Pace e la gestione dei conflitti (CPP) di Piacenza.
Al termine delle tre intense giornate di lavoro un gruppo di docenti si è interrogato su come fosse possibile socializzare le competenze acquisite e rendere disponibili per noi stessi e per altri (colleghi e genitori), il molteplice e ricco materiale pedagogico e didattico-educativo segnalatoci dal formatore.
Come accennato in premessa, il Collegio dei Docenti, utilizzando la Legge Regionale n. 39/85,  ha chiesto ed ottenuto i primi finanziamenti per l’allestimento di uno scaffale multiculturale con i quali sono stati acquistati una dotazione minima di arredi (libreria, tavoli da lettura), registri, schede bibliografiche e pochissimi libri.
Spinti dall’entusiasmo ci è sembrato ovvio voler approfittare della fase di allestimento della nascente biblioteca per inglobare e rendere reperibili tutti i testi di narrativa per ragazzi, pedagogia e psicologia di proprietà dell’Istituto da anni ma, di fatto, non consultabili perché conservati in una sorta di deposito esterno all’edificio scolastico, non facilmente raggiungibile dai docenti e tantomeno dagli alunni o dalle famiglie.
A questo punto si sono presentate le prime difficoltà di natura organizzativa e gestionale: innanzitutto quali criteri individuare per ordinare, archiviare e suddividere in settori i testi e, inoltre, come renderli disponibili per il prestito senza il timore di vederli persi.
Poiché nessuno di noi possedeva alcuna competenza di biblioteconomia, prendendo spunto dal testo della Fabri, abbiamo  ordinato i testi per argomento con l’obiettivo prioritario di stimolare il più possibile nei giovani utenti la capacità di muoversi autonomamente fra gli scaffali e di facilitare l’attività di ricerca.
La prima rudimentale modalità di catalogazione che i miei alunni ed io abbiamo individuato ci ha aiutato a riflettere e scoprire insieme  alcune regole fondamentali per la corretta gestione di una biblioteca e, soprattutto, ci ha spinti ad approfondire seriamente l’argomento.
L’operazione apparentemente semplice di assegnare a ciascun testo un genere di appartenenza ha dato vita a vivaci dibattiti di gruppo sviluppando nei bambini la capacità critica e di analisi con modalità creative e divertenti.
Questa fase di lavoro è terminata con la scelta dei primi 18 generi o settori entro i quali avremmo ordinato i nostri libri e la definizione di un codice identificativo per ciascuno di essi da apporre sulle targhette e sulle schede bibliografiche.
I numeri di collocazione sono stati ricavati utilizzando i diversi codici identificativi, un numero progressivo per ciascun testo e le prime tre lettere del cognome dell’autore. Ad esempio al libro di Ben Auschie, La tartaruga re degli animali, che è stato il primo ad essere “collocato” nel genere FAVOLE E FIABE DEL MONDO, si è attribuito il codice FFM01AUS.
Per rendere più agevole agli alunni l’individuazione dei singoli generi all’interno degli scaffali aperti abbiamo pensato di caratterizzarli anche con un simbolo grafico facilmente interpretabile, come ad esempio  :

La fase di ricerca delle immagini e le interminabili discussioni sulla loro leggibilità hanno rappresentato il momento più creativo e divertente del lavoro mentre l’impegno successivo, ossia quello di riportare i dati principali di ciascun testo su una scheda bibliografica per soggetto ed una per autore, ha stimolato soprattutto l’osservazione e l’analisi del materiale.
Per regolamentare il prestito ed avere una verifica immediata dell’entità di utilizzo del servizio biblioteca, è stato acquistato un semplice registro dei prestiti su cui riportare i dati anagrafici dell’utente, il codice ed il titolo del testo richiesto, la data di ritiro e quella di consegna. Da questo “librone del quanto si legge”, come lo chiamano i bambini, si è rilevato che dall’apertura della biblioteca ad oggi il numero dei libri prestati per anno scolastico si è mediamente raddoppiato e questo è sicuramente uno dei motivi che ci spinge a continuare.
Il percorso che ho cercato sinteticamente di illustrare si è svolto nell’arco di due anni scolastici comportando un notevole aggravio di lavoro per me e, più raramente, per i bambini … ma che soddisfazione poter mettere a disposizione di tutti una bella biblioteca con i suoi primi 800 testi!
 
 Allestimento dello spazio
Nell’organizzare fisicamente e strutturalmente la biblioteca abbiamo posto particolare attenzione all’elemento estetico con l’obiettivo di ottenere un luogo gradevole dove i bambini andassero con piacere a prescindere da attività programmate.
Al suo interno doveva essere possibile utilizzare autonomamente colori, cartelloni e pennelli per disegnare, a tal fine è stato acquistato un carrello mobile, diviso in scomparti, nel quale ordinare i vari materiali.
La presenza di diversi oggetti di artigianato provenienti da paesi lontani, disposti sugli scaffali e a parete, ha contribuito a creare un clima evocativo e suggestivo, non poteva naturalmente mancare, in posizione privilegiata, il planisfero del cartografo Arno Peters.
Utilizzando un tappeto e dei cuscinoni è stato predisposto un angolo per la lettura libera e, infine, sono stati acquistati dei tavoli componibili idonei ad un uso flessibile dello spazio sulla base delle attività da svolgere (individuali e/o di gruppo).
Nonostante le fasi di archiviazione ed allestimento avessero assorbito gran parte della nostra energia fisica e mentale, le vere difficoltà si sono presentate al momento di dover individuare e scegliere i testi per lo scaffale multiculturale; le indicazioni bibliografiche per effettuare i primi acquisti ci erano state date nel corso della formazione, ma come ampliare il nostro scaffale?
Peraltro, la decisione di non creare esclusivamente uno spazio connotato a livello interculturale ma di inserire, in ciascuno dei generi individuati, strumenti utili a stimolare il dialogo, lo scambio e la conoscenza di culture diverse, ci poneva ulteriori difficoltà nel reperimento dei titolo più idonei allo scopo.
Tre fattori ci sono stati di grande aiuto:
Ø      I costanti rapporti di scambio e collaborazione mantenuti con le agenzie formative (CPP e CEM) che, nel corso di vari anni scolastici, ci hanno accompagnato nella riflessione sui temi dell’accoglienza e dell’ascolto dell’altro. Da ciascun formatore sono scaturiti consigli, indicazioni progettuali e bibliografiche preziose.
Ø      L’utilizzazione della rete internet che ci ha permesso di “navigare” fra i siti delle case editrici più sensibili a queste tematiche per scoprire novità bibliografiche, collane specializzate e consigli di lettura.
Ø      Il mio personale impegno di volontariato all’interno di gruppi attivi nella cooperazione con i paesi del sud del mondo che mi ha dato la possibilità di conoscere e contattare Associazioni da anni impegnate sui temi dell’educazione allo sviluppo ed alla mondialità.
Questa preliminare fase di ricerca ci ha consentito l’individuazione di alcuni testi che in uno scaffale multiculturale non possono mancare.
 
Il progetto qui sinteticamente illustrato ha rappresentato per la nostra scuola l’opportunità di far emergere e di porre all’attenzione dell’intera comunità scolastica alcune tematiche  educative di difficile approccio.
 Ha reso inoltre possibile avvicinare la biblioteca, generalmente vissuta dai bambini (ma non solo) come luogo lontano dalla vita di ogni giorno ed anche un po’ noioso, al mondo reale, anzi a un mondo molto più vasto, fantasioso e ricco di quello che siamo abituati a pensare. Il nostro obiettivo prioritario è stato ed è quello di rendere disponibile agli alunni ed al territorio uno spazio dove trovare nuovi strumenti per capire e “leggere” la società attuale, dove ciascuno, quindi anche gli alunni stranieri, possano ritrovare “pezzi” di sé, della propria storia e della propria appartenenza, dove la pedagogia interculturale possa realmente connotarsi  come  “ prospettiva educativa che intende  promuovere la creazione di una coscienza aperta e solidale, centrata sulla consapevolezza delle differenti identità culturali, per favorire il costituirsi di rapporti positivi con i portatori di altri punti di vista, affinché vengano promossi e valorizzati i processi di incontro e di comunicazione fra culture diverse”