IL PROGETTO
IL GIOCO PER DIVERTIRSI |
TERREMOTO
I PESCIOLINI E LA RETE
IL
GIOCO PER CONOSCERE GLI ALTRI
Soprattutto nella fase iniziale dell’anno scolastico abbiamo proposto agli alunni giochi che avessero come finalità la conoscenza, di sé e degli altri. I nostri ragazzi già si conoscevano quasi tutti, ma ci è sembrato opportuno attivare una situazione entro la quale, offrendo di sé e scoprendo nei compagni aspetti inediti ed autentici, si potessero azzerare i cliché che alcuni alunni si portavano dalle elementari. Le etichette imbrigliano in un ruolo predefinito quelli che le portano e sono tanto più dolorose quanto meno sono condivise o riconosciute almeno in parte veritiere, sono gabbie dalle quali è difficile uscire e giunge liberatoria l’opportunità di manifestare il proprio disagio o tentare di offrire un’immagine diversa agli altri.
L’Autobiografia,
ad esempio, è stata per più d’uno l’occasione per
lanciare messaggi con un forte desiderio di aggregazione
e di solidarietà. Ecco come
ce la raccontano:
“Un
gioco che ci ha aiutato a conoscerci meglio è
stata l’autobiografia: si
scrive su un foglio una cosa del proprio
carattere che si vuole mostrare ai compagni. I fogli
vengono poi ritirati e ridistribuiti a caso. Ci
si riunisce seduti in cerchio e si leggono i
fogli, cercando di indovinare
chi li ha scritti.
Non
è stato bello solo scoprire come sono fatti i compagni,
ma anche riflettere su come siamo fatti
noi e su che cosa dire di noi agli altri.
Nel
dopogioco, cioè quando abbiamo fatto delle riflessioni
sul significato del gioco, è venuto fuori che molti di
noi avevamo colto quest’occasione per rivelare agli
altri
aspetti che non conoscevano e anche per dire cose
che non avevamo mai avuto il coraggio di dire”.
Ogni
partecipante scrive la cosa che gli fa più paura su
un foglietto e senza scrivere il nome lo mette in
una coppa. Si distribuiscono i foglietti e si
leggono, così si scopre che non siamo i soli ad
avere paura e che altri hanno le nostre stesse
paure.
Questo
ci ha molto rassicurati…..
Il
gioco è stato fatto all’inizio dell’anno, per
capire la situazione d’ingresso nella nuova
realtà scolastica: il dato emerso ha evidenziato
che alle paure per le eventuali prestazioni
sbagliate si affiancavano paure più ampie, che
investivano la persona stessa e che ci è sembrato
riconducibili tutte al timore
dell’”esclusione” che, senza voler trarre
conclusioni azzardate, ci sembra emergere con
prepotenza in ogni attività e che qualche ragazzo
è riuscito ad esplicitare con chiarezza. Eccone
qualcuna:
“Io
ho paura
Ø
di
non essere simpatica
Ø
di
essere giudicata una buona a nulla, di essere “parlata
male alle spalle”
Ø
Io
ho tanta paura dei compagni perché alcuni mi
reputano cattiva e presuntuosa e perciò non vorrei
essere eliminata dal gruppo”
Nel
dopogioco i ragazzi hanno individuato con
precisione alcuni
aspetti positivi di questa pratica:
Ø
con
cui si possono sapere le paure di altre persone e
così si possono aiutarle a superare facendogliele
affrontare con coraggio …
che
mi è
servito ad
alleviare
le mie
paure
perché
facendole
conoscere, ho visto
che pure
gli altri
avevano
paura.”
IL
GIOCO PER FIDARSI E CONDIVIDERE
I
giocatori si devono disporre tutti distesi a terra
con le teste vicine formando una ruota: ognuno va a
pescare nella fantasia e ad occhi chiusi,
rilassandosi, incomincia a raccontare ciò che vede
con la propria immaginazione. Poi qualcuno
interrompe e continua il sogno del compagno o dice
il proprio.
“Alla
fine ci sentiremo più sereni e vedremo che la
fantasia non ha un limite ed è come un vento calmo
che porta tanta gioia e serenità.”
Un
altro gioco molto bello è quello dei nodi: ci si
mette in cerchio e ad occhi chiusi si procede verso
il centro cercando di prendere per mano i compagni.
Quando tutte le mani si saranno occupate, si aprono
gli occhi e si cerca di districare il gran nodo che
si è formato senza ovviamente lasciare andare le
mani e allora ci si alza, ci si abbassa, a volte
bisogna scavalcare altre mani intrecciate, a volte
passare sotto e soltanto collaborando si riesce a
sciogliere il nodo fino a
ricostituire un grande cerchio di amicizia!
(Qualcuno di noi ha detto che attraverso le mani si
possono sentire i sentimenti degli altri…)
Si
devono preparare tanti cartoncini di colore diverso
su cui sono scritti sentimenti e stati d’animo e
distribuirne tre ad ogni giocatore. Ognuno le legge
e se non si rispecchia in quei sentimenti deve
cercare un
compagno disponibile a scambiare il
cartoncino. Terminato lo scambio, ci si dispone
seduti in cerchio e ognuno legge le proprie carte e
le commenta, motivando la scelta e dicendo le
proprie sensazioni. “Questo gioco sembrerebbe una
cosa insignificante, ma fa stare bene insieme e
permette di
conoscersi a fondo.”
LA
PERCEZIONE
Ci
si siede in circolo di spalle, un giocatore
cammina all’interno del cerchio cercando di
toccare la spalla a qualcuno, però se qualcuno
percepisce che stanno per toccarlo, deve alzare
la mano, altrimenti sarà lui ad andare al
centro.
Per
giocare a uovo marcio bisogna mettersi in
cerchio seduti
e cantare una canzone che proviene
dallo Zimbabwe “Tarisai mukati shumba
inoruma”. Un ragazzo con una pallina di
carta gira intorno al cerchio e mette questa
pallina dietro ad un ragazzo senza farsene
accorgere. Continua poi a
girare e fino ad arrivare di nuovo
alle spalle di chi ha la pallina. Se questo
se ne accorge alza la mano e prende il posto
di chi gira, ma, se
non se ne accorge, va a sedersi al
centro del cerchio mentre il gruppo gli
grida ripetutamente “Uovo marcio”
Questo
può inizialmente sembrare offensivo e
mortificante, ma poi ci si ritrova in tanti
al centro e si può riflettere sulla
situazione.
IL GIOCO PER RISPETTARE LE REGOLE Il gioco è stata occasione preziosa anche per parlare di “regole”, il cui valore , almeno a parole, ci è sembrato non essere ignorato da nessuno: Ø Le regole in un gioco sono fondamentali perché fanno in modo che il gioco non si modifichi e permettono ai concorrenti di avere pari opportunità. Insomma anche nella vita ci sono regole flessibili e non. Ø Secondo me le regole servono perché se un gioco non ha regole non c'è molto entusiasmo. In un qualsiasi gioco le regole sono indispensabili perché tutti i partecipanti al gioco possono avere le stesse condizioni e soprattutto avendo delle regole nessuno può litigare . Ø Le regole sono l'elemento fondamentale per il gioco perché se le regole non ci fossero il gioco non avrebbe divertimento e ci sarebbero molti litigi Ø Senza le regole ci sarebbero infortuni, scorrettezze, discussioni. Se le regole ci sono e vengono rispettate da tutti il gioco dura di più. Ø Le regole in un gioco sono fondamentali perché se uno non le rispetta succede che diventa un caos, ci facciamo male e litighiamo. Invece se le regole vengono rispettate non succede niente e il gioco dura di più senza litigi ed è più divertente. Ø In un gioco servono le regole per far capire a bambini e grandi come si gioca. Perciò servono anche per non farli litigare.
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