Il
conduttore del gioco finge che il preside stesso vuole coinvolgere
la classe per trovare una soluzione ad un problema che esiste
nella scuola e che i ragazzi vivono (come gestire uno spazio
inutilizzato, come organizzare l’uscita delle classi…).
Per
lavorare più agevolmente il conduttore propone di dividersi in
gruppi, ma informa che per rendere più divertente la situazione,
ha pensato di mettere in ogni gruppo un sabotatore, cioè un
ragazzo che dovrà disturbare la discussione. Per questo scopo
egli darà un foglietto ad ogni ragazzo di ciascun gruppo: i
foglietti sono tutti bianchi, tranne uno, dove è scritto
SABOTATORE. Chi lo riceverà, non lo dice agli altri: saranno gli
altri a doverlo individuare dal comportamento che egli avrà nel
gruppo.
In realtà tutti i fogli sono bianchi, l’unico sabotatore
è il conduttore,
che ritarda il lavoro girando tra i gruppi e
chiacchierando.
In
genere il sabotatore viene identificato con l’alunno che è, nel
gruppo- classe, un provocatore, o comunque il
portatore di una leadership non positiva.
Quando
il conduttore rivela la verità, che nessuno mai immaginava, si
riflette insieme sui condizionamenti dovuti agli stereotipi sui
ruoli dei ragazzi e dell’insegnante.
E’
un’attività che destabilizza i ragazzi i quali , pur cercando
di giustificare la scelta fatta, hanno un’occasione di
riflessione profonda su di sé e sui ruoli codificati nel gruppo e
dal gruppo.
Come
conduttore di queste attività
non ho molte difficoltà perché mi piace mettermi in
gioco; qualche difficoltà c’è stata all’inizio nei giochi di
conoscenza, nei quali la condizione è “accogliere” ciò che
viene dall’altro senza alcun commento: atteggiamento che negli
insegnanti è molto da costruire!!